Intervistando Sara Gitto: libri, cibo e swing!

Intervistando Sara Gitto: libri, cibo e swing! - 2024
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Ciao! Mi chiamo Sara Gitto, sono toscana d’adozione ma ho vissuto in molte città diverse, attualmente sono di base a Bologna e ho tre grandi passioni: i libri, il cibo e lo swing!

Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?

Bella domanda! In realtà credo che l’illustrazione sia solo una parte del mio percorso professionale. Mi ci sono avvicinata negli ultimi anni dell’università, studiando Scienze della Formazione e lavorando con i bambini mi sono appassionata agli albi illustrati e ho deciso di provare anch’io…
Da lì in poi corsi di illustrazione, master in Illustrazione per l’editoria, Accademia di Belle Arti e tante nottate in bianco passate a disegnare e a chiedermi se davvero fosse quella la mia strada. Poi finalmente sono arrivate le prime commissioni e collaborazioni che oltre a darmi la carica per andare avanti mi hanno aperto le porte sul meraviglioso mondo dell’editoria per bambini, che non è fatto solo di illustratori ma anche di autori, editori e librai… e tante tante persone che contribuiscono alla realizzazione di un bel libro!

Intervistando Sara Gitto: libri, cibo e swing! - 2024
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Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?

Il disegno per me è un modo per staccare la mente dalle corse quotidiane e prendermi un po’ di tempo per me… è un gioco, una passione, un divertimento.
Principalmente mi piace creare delle texture con i colori acrilici, che poi ritaglio e uso come una sorta di collage oppure scansiono e uso in digitale per comporre le immagini.

Non sono un’amante del computer, mi piace di più sporcarmi le mani e trasformare la mia scrivania in un campo di battaglia, anche se – vista la confusione – ogni tanto mi sbaglio e bagno i pennelli nella tazza del tè!

Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice?

Il lavoro dell’illustratore non è così semplice come può sembrare… non basta essere bravi, ci vuole tanta passione ma anche professionalità, metodo e organizzazione. Senza contare che non è tra i lavori meglio retribuiti, se non sei proprio un fenomeno! Io sto portando avanti il discorso dell’illustrazione soprattutto per passione, ma a questo ho affiancato nel tempo anche altre esperienze: la scrittura, per esempio, un po’ di grafica e del lavoro redazionale. Sono tutte competenze che si completano a vicenda nella realizzazione di un libro.
Ho pubblicato recentemente il mio primo libro da “autrice completa” (scritto e illustrato) e l’esperienza mi è piaciuta molto! Non mi dispiacerebbe ritentare l’esperimento!
Il viaggio di Milo, Sara Gitto, Pacini Editore, Pisa, 2016

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Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari?

Il bello di questo lavoro è che incontri tante persone dalle quali imparare, se sei all’inizio, e con cui condividere questa passione.
Il master mi ha permesso di confrontarmi con illustratori internazionali e numerosi professionisti del settore.
Ho collaborato per un periodo con la redazione di Andersen, (rivista di letteratura e illustrazione per l’infanzia) che mi ha insegnato davvero tanto sul mondo dell’editoria per ragazzi e forse mi ha illuminato un po’ la via da seguire.
Un’altra collaborazione interessante è nata qui a Bologna poco tempo fa dall’incontro con I Baobabbi. Una sorta di agenzia di comunicazione basata sullo storytelling. Scriviamo storie personalizzate, diamo consulenze editoriali, facciamo laboratori di storytelling per bambini e progetti di comunicazione.

 

Perché illustrazione per bambini?

Un libro illustrato è un piccolo tesoro nelle mani di un bambino, educa all’osservazione e alla bellezza oltre che al piacere della lettura. La mia idea di illustrazione si basa sul gioco e sul piacere, cosa che sento molto affine nei bambini. Forse disegnando recupero un po’ quella dimensione di me bambina che passava i pomeriggi di pioggia chiusa in casa a disegnare con piacere…

Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?

Il mio primo “maestro” è stato Gek Tessaro, autore e illustratore incredibile. Lui è sicuramente la persona che mi ha stimolato di più all’inizio di questo percorso insieme ad altre due donne meravigliose: Vittoria Facchini e Octavia Monaco.
Se invece spulcio tra i miei libri, gli illustratori più presenti sono Beatrice Alemagna, Anne Herbauts, Leo Lionni, Erich Carle, Wolf Erlbruch… ma anche Chris Haughton, Oliver jeffers, Jon Klassen… Ognuno di loro mi insegna qualcosa di diverso, chi l’ironia, chi la poesia, chi il gioco…

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Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?

Un libro illustrato ha il potere di creare momenti di condivisione semplici e sani, leggere ad alta voce è bello per chi legge e per chi ascolta, guardare insieme le immagini e commentarle stimola l’apertura e la condivisione oltre che educare grandi e piccoli all’osservazione e alla bellezza. Un libro è uno strumento di scoperta del mondo, ti fa viaggiare e sognare, ti fa crescere. A qualsiasi età.

La giusta ricetta per una illustrazione efficace.

Ci possono essere illustrazioni molto diverse ma comunque efficaci, dipende sempre da cosa vuoi comunicare e a chi. Ovviamente ci sono dei metri stilistici per valutare una buona illustrazione, ma non ci si può basare solo su tecnica e composizione; per essere efficace deve saper raccontare, senza essere una semplice ripetizione del testo, deve incuriosire e far sognare…

In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?

All’inizio non è stato facile, ci ho messo un po’ a convincere la mia famiglia che stavo facendo sul serio, che era questa la strada che volevo intraprendere… una volta partita però ho ricevuto tutto il supporto di cui avevo bisogno, dai miei genitori, mia sorella, gli amici e gli insegnanti.

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Il consiglio più utile che hai ricevuto.

“Ever tried, ever failed. No matter. Try again, fail again, fail better.” (Samuel Beckett)

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura?

Di partire con lo zaino vuoto, in modo da riempirlo il più possibile lungo il viaggio.

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