Ma sono davvero scomparsi i vecchi sistemi educativi? Focus sui maltrattamenti nell’infanzia

Ma sono davvero scomparsi i vecchi sistemi educativi? Focus sui maltrattamenti nell’infanzia - 2024

Psico.it: approfondire le questioni psicologiche legate all’infanzia

Come sappiamo, il mestiere di genitore è forse il mestiere più difficile, che non può essere insegnato e che probabilmente nessuno di noi riesce a svolgere senza commettere almeno qualche errore.

Comprendere ed essere consapevoli che come genitori abbiamo sempre tanto da imparare è spesso difficile da accettare e spesso potrebbe esserci utile informarci e tenere in considerazione i consigli che gli esperti nel settore possono darci.

Consigli che, oltre a poterci chiarire le idee su molte questioni e dubbi, possono anche offrirci buoni spunti per riflettere su alcuni comportamenti che mettiamo in atto con i nostri figli ritenendoli “giusti” ed educativi quando invece potrebbero esser loro causa di disagio non soltanto nell’immediato, ma anche durante la loro crescita e in età adulta.

In questo senso, Occhidibimbo ritiene molto interessanti i tanti approfondimenti proposti dal sito psico.it, il portale di psicologia, psicoterapia e benessere che vede in redazione un team di esperti sempre pronto ad affrontare moltissimi argomenti anche relativi alla psicologia e alla psicoterapia nell’infanzia, nonché argomenti di attualità legati al benessere psicofisico e a temi che possono aiutarci a vivere in salute e con più serenità la nostra vita e la nostra quotidianità.

Sempre in considerazione al difficile mestiere di genitore, è infatti importante potersi confrontare con specialisti del settore e poter ricevere consigli e informazioni su come affrontare nel modo più efficace possibile le tante questioni legate al nostro ruolo genitoriale.

I maltrattamenti nell’infanzia e le ESI – Esperienze Sfavorevoli Infantili

La nostra cultura attuale ci ha portato a riconsiderare e valutare alcuni sistemi educativi che sono stati perpetuati nel tempo senza valutarne gli effetti negativi.

Tra questi, le punizioni fisiche, che benché ormai si sia appurato non risultino essere utili per educare i propri figli, da recenti studi sono state anzi identificate come portatrici di molte e negative conseguenze anche nell’età adulta.

Se fino a pochi decenni fa, infatti, sembrava del tutto “normale” per un genitore ricorrere alle punizioni fisiche per educare a certe regole i propri figli, oggi è risaputo che agire in questo modo non soltanto non porta all’effetto desiderato ma anzi crea nel bambino disagi che possono tradursi in ostacoli al suo sviluppo sia emotivo che intellettuale e che possono esser causa di molti disturbi in età adulta.

Benché questo sia ormai un assunto di cui non si dovrebbero più avere dubbi, purtroppo a tutt’oggi i casi di bambini che vengono “educati” con maltrattamenti fisici fra le mura domestiche continuano a persistere. Con molta probabilità, anzi, i maltrattamenti fisici in famiglia che coinvolgono i bambini sono molti più frequenti di quelli che, più eclatanti e violenti, emergono dalle cronache.

In Italia i dati più recenti, relativi alla sesta edizione del Dossier della campagna Indifesa di Terre des Hommes, riportano risultati allarmanti: il numero delle vittime minori di abuso di mezzi di correzione o disciplina, ovvero percosse, sfociate nella necessità di cure ospedaliere o in una denuncia, sono infatti aumentate notevolmente da un anno all’altro, con un incremento soprattutto per quanto riguarda le bambine.

Secondo gli attuali studi, il maltrattamento in età infantile da parte dei genitori rappresenta un terreno fertile per conseguenze negative che il bambino maltrattato, una volta adulto, continuerà a portarsi dietro e che anzi possono favorire comportamenti, stili di vita e reazioni che potrebbero rendere la sua vita da adulto problematica e poco felice.

Le ripercussioni negative dei maltrattamenti hanno un riscontro immediato sulla vita emotiva del bambino, il quale vivrà situazioni di disagio, con conflitti sempre più accentuati, sentimenti crescenti di rabbia, paura, sfiducia negli adulti e frustrazione, nonché perdita di autostima, senso di colpa e tendenza e rispondere ai problemi riproducendo gli stessi comportamenti di violenza subiti.

Le ricerche hanno confermato una relazione significativa tra maltrattamento infantile e depressione, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, disfunzioni sessuali, disturbi dissociativi, disturbi della personalità, disturbi post-traumatici e abuso di sostanze stupefacenti.

Recentemente vari studi scientifici hanno evidenziato il problema e portato a far rientrare i maltrattamenti fisici nella classificazione delle cosiddette ESI – Esperienze Sfavorevoli Infantili, espressione con la quale vengono attualmente raggruppati nello stesso insieme bambini abusati sessualmente e bambini vittime di qualsiasi altro tipo di violenza, fisica, psicologica ed anche causata da trascuratezza.

Gli studi hanno infatti accertato che uomini e donne che hanno subito violenza durante l’infanzia, da adulti risultano avere simili storie di vita e vari tratti in comune e risultano essere potenzialmente esposti alle medesime conseguenze post-traumatiche, tanto che nell’ultima edizione del DSM tale tematica è stata inserita tra i disturbi da stress post-traumatico.

Argomento, questo, che ultimamente ha interessato molti studi di psicologia, con interventi di specialisti nel settore, tra i quali in Italia spicca la dr.ssa Marinella Malacrea, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta della famiglia, attualmente responsabile diagnosi e terapia del Centro Tiama – Tutela Infanzia e Adolescenza Maltrattata di Milano.

La dr.ssa Malacrea si interessa all’argomento da diversi anni ed ha pubblicato diversi suoi studi, tra i quali, con Alessandro Vassalli, Segreti di famiglia (Cortina 1990) e, con Silvia Lorenzini, Bambini abusati, Linee guida nel dibattito internazionale (Cortina 2002).

Il tema delle Esi – Esperienze Sfavorevoli Infantili è stato anche affrontato presentando al pubblico a partire dal 2015 lo spettacolo La Donna Gufo, ideato dalla scrittrice Alessandra Buschi, con la collaborazione di Sibilla Montanari, portando in scena l’esperienza dell’autrice in quanto vittima di maltrattamenti fisici durante l’infanzia.

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