La Grande Fabbrica delle Parole di Agnes de Lestrade e Valeria Docampo

La Grande Fabbrica delle Parole di Agnes de Lestrade e Valeria Docampo - 2024

Una rubrica che tratti di libri e contenuti per l’infanzia redatta da una psicoterapeuta non può che iniziare da un libro che da solo spiega la complessa teoria psicologica.

Per chi ancora non ha avuto la fortuna di approcciarsi a La grande fabbrica delle parole, questo è un libro che con una delicatezza e una dolcezza infinita ci fa sognare e sperare in un mondo migliore, mondo in cui il come è molto più importante del cosa. La vicenda narrata è ambientata nel paese della grande fabbrica delle parole in cui per parlare si devono comprare le parole ed il loro prezzo varia in base a quanto sono importanti. Per questo solo chi ha le possibilità economiche può sfoggiare un linguaggio forbito, mentre chi non ha molti mezzi deve esprimersi attraverso le parole più semplici ed alcune volte pare rimanere senza le parole necessarie.

Ma cosa è davvero necessario nella comunicazione? È davvero privilegiato chi può far affidamento sull’intero repertorio lessicale?
Per rispondere a queste domande basti pensare che varie ricerche hanno dimostrato come la comunicazione verbale rappresenti solo il 7%!! Questo ci dice che il restante 93% riguarda il non verbale (sguardo, gestualità, postura,…) e il paraverbale (volume, tonalità, ritmo,…). Studiamo anni per essere colti e arricchire il nostro vocabolario, quando la cosa più importante per riuscire a relazionarsi e comunicare è imparare come porsi, sviluppando una maggiore consapevolezza delle emozioni e delle convinzioni che stiamo trasmettendo al di là delle parole. Se ci pensiamo quando parliamo con una persona al di là di quello che ci dice ci fidiamo se cogliamo coerenza tra i livelli comunicativi, al contrario dubitiamo di quanto ci viene detto.

E così che Philéas, il protagonista del nostro libro, gioca una battaglia che sembra persa in partenza con il ragazzo più ricco della città per conquistare il cuore dell’amata. Oscar, l’avversario, sfoggia un discorso diretto e incisivo, forse fin troppo. Philéas, invece, si presenta con le uniche tre parole di cui dispone ciliegia, polvere, seggiola. Diventeranno le parole che tutti vorremmo sentirci dire!!

Non vi dico chi vince questa battaglia e come va a finire, anche se immagino che tutti l’abbiate ormai capito… non lasciatevi però sfuggire questa esperienza unica, in cui un libro fatto di parole riesce tramite le immagini a farci innamorare e appassionare di quel 93%, che in poche pagine assume tutta la risonanza di cui necessita e di cui spesso ci dimentichiamo!

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