Oggi vivo a Roma con Gianluca e Nina, nostra figlia. sono cresciuta in Australia, dove ho passato gran parte della mia vita. Li mi sono laureata in filosofia. sono quindi un autodidatta dell’illustrazione.
Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?
Ci è voluto molto tempo, perchè ho dovuto fare una transizione dalla pittura (fin troppo libera) all’illustrazione, che è legata a un testo, non è fine a se stessa diciamo. Non avevo alcuna fiducia nelle mie capacità e infatti agli inizi non avevo nessuna (o pochissima) identità propria. ci sono voluti anni di delusioni e studio personale per arrivare a fare questo lavoro con più libertà.
Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?
Uso principalmente acquerello e matite colorate, ma mi piace anche sperimentare con tecniche diverse, inchiostro, gouache, pastelli a cera.
Cosa pensi del tuo futuro da illustratore?
Spero di crescere sempre, di imparare sempre.
Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari?
Il mio primo libro illustrato è stato con Michael Morpurgo per Walker Books, un vero onore.
Perché illustrazione per bambini?
Perchè l’albo illustrato forse è una domanda migliore. Non dev’essere per forza per bambini, anche se loro sono i lettori più importanti dell’albo illustrato (credo che in questo mondo lo si dimentichi facilmente). Trovo molto stimolante l’esplorazione di un ‘testo visivo’ che accompagni e che in qualche modo illumini il testo scritto. sono sempre alla ricerca di belle storie e bravi scrittori, perchè io non ho queste capacità (almeno non all’altezza di quello che io considero buona scrittura per bambini e non). Mi piace comunque raccontare storie con i disegni, e stimolare un qualche senso di meraviglia in chi legge. Spero di riuscirci.
Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?
Non sono un’ esperta, ma credo che la lettura stessa di un libro insieme a un bambino possa essere di per sè un attività enormemente importante sia per il rapporto genitore figlio, che per la crescita ‘letteraria’ e ‘immaginaria’ dei bambini. E poi ho ancora memoria di quanto felice mi hanno fatto i libri illustrati crescendo. E non per il loro contenuto morale o educativo, ma per il loro essere finestre alla meraviglia. la capacità di meravigliarci ci spinge verso l’esterno, il magico, il ‘tutto-possibile’.
Descrivici il tuo stile.
Questa è difficile. direi matitoso. sono decisamente nel filone ‘matitoso’ dei libri illustrati. altri aggettivi piu’ interessanti sta ad altri darli.
La giusta ricetta per una illustrazione efficace.
Riflessione sul testo o concetto da illustrare, studio dell’immagine, esplorare varie possibilità di composizione finchè non si trova quella che ci rende felici. non accontentarci troppo facilmente. e poi una certa armonia o equilibrio dell’insieme che è indefinibile.
In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?
A volte penso che non avrei mai fatto questo lavoro se non avessi incontrato Gianluca Maruotti, illustratore e animatore in plastilina, oltre che mio marito. Lui mi ha sempre incoraggiata senza creare illusioni. Tuttora mi è molto utile per le sue critiche oneste. Anch’io sono utile a lui nel suo lavoro, immagino. E poi la mia famiglia, gli amici, tutti hanno sempre creduto che avrei potuto fare questo lavoro, poi alla fine ci ho creduto anch’io.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione?
Il mio mito è Miroslav Sasek. Adoro i suoi libri sul mondo, il calore e la gioia di quelle illustrazioni anni 60. A livello contemporaneo ci sono molti illustratori che amo per la loro capacità di raccontare con le immagini: Shaun Tan, Carson Ellis, Isabelle Arsenault, Pablo Auladell, Jesus Cisneros, Aurelie Guillerey, Yara Kono, Joana Concejo e tanti altri.
Se fossi libero da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?
Mi piacerebbe illustrare poesie di e.e.cummings, di Mary Oliver, di Garcia Lorca, di Rilke.