Conosciamo Letizia: disegnare tanto finché non riesci a buttare fuori l’idea che avevi

Conosciamo Letizia: disegnare tanto finché non riesci a buttare fuori l'idea che avevi - 2024
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Mi chiamo Letizia, ho 22 e sono nata a Trento. Ho sempre amato disegnare da quando ricordo, da bambina, ma anche adesso, mi perdevo a osservare le nuvole, i paesaggi, o gli oggetti.

Mi incanto per parecchio tempo, perché penso a come disegnarli, e cerco di ricordare che dettagli voglio tenere, in che modo rendere certe ombre o certi effetti.

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Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?

A metà del primo anno di università (Accademia di Belle Arti) ho capito di dover disegnare per forza, avevo sempre in mente i disegni iniziati o i disegni che volevo fare. Per poter dedicare abbastanza tempo a questo ho pensato di provare a farlo come lavoro. Ho iniziato a impegnarmi di più, lavorare di più e con più metodo, e indirizzare i miei studi in Accademia su corsi come illustrazione, fumetto, disegno digitale, disegno creativo ecc.

Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?

Disegno a mano, per lo più a matita, perché è più efficace e immediato, per rendere subito concreta un idea, poi la smusso, ridisegno e tolgo parti, ne aggiungo altre, finché mi avvicino a ciò che avevo in mente, e poi coloro (solitamente in digitale perché mi da la possibilità di cambiare idea più volte, e di modificare e elaborare i colori con più precisione.)

Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice?

Spero che sarà il mio lavoro a tempo pieno, un giorno.

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Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?

Io amo Sergio Toppi è sempre stato il mio autore preferito in assoluto, ma il mio stile/genere è lontano dal suo; ultimamente ho guardato molto i disegni di Rebecca Dautremer e Levi Pinfold, perché la composizione dei loro disegni è molto straniante, le forme sono a esagerate e interessanti. Le loro illustrazioni sono cosparse di piccoli dettagli che si notano solo dopo una lunga osservazione, quindi anche guardandoli mille volte c’è ancora qualcosa di nuovo da vedere.

Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?

Innanzi tutto abitua il bambino a consultare e approcciarsi all’oggetto libro, così anche quando sarà più grande gli sarà più naturale, secondo me, ci si abitua a sfogliare, e vedere quante cose possono stare tra delle semplici pagine.
Inoltre le immagini sono più facili da ricordare, sono un mezzo educativo più efficace. E vale sia per i bambini che per gli adulti, per esempio un disegno del sistema solare permette di ricordare quasi tutti i pianeti dopo una sola occhiata, se si leggesse in che ordine stanno, che traiettoria percorrono, quanto sono grandi l’uno rispetto all’altro, sarebbe difficile da capire, oltre che da ricordare (e sarebbe pure un testo lungo e noioso). Insomma grazie ad un libro illustrato si può leggere senza essere capaci di leggere.

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La giusta ricetta per una illustrazione efficace.

Bisogna avere chiaro cosa si vuole comunicare, e renderlo comprensibile, al primo corso di illustrazione che ho fatto era stato detto che nell’illustrazione è dovere dell’autore farsi capire, al contrario della pittura dove è il pubblico che deve interpretare e capire.
Per quanto riguarda la bellezza di un’ immagine, non esiste un gusto estetico universale, certe illustrazioni piacciono a tutti e sono bellissime, ma io non so il perché o in base a cosa sennò sarei già ricca a famosa 🙂
Quello che penso io di una buona illustrazione è che non deve ricopiare la realtà, ma deve renderla nuova, più interessante e arricchendo i soli concetti da comunicare permette di tralasciare ciò che non interessa.

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In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?

Famiglia, prof. e amici, specialmente quelli dello Studio d’Arte Andromeda, un associazione culturale che si occupa di fumetto, satira e illustrazione e che frequento da tanti anni.

Se fossi libera da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?

Un libro di Murakami, un racconto di Sherlock Holmes, un libro sul sistema solare fatto con infografiche (l’esempio dei pianeti era un caso :D)

Il consiglio più utile che hai ricevuto.

Di disegnare tanto, tutto il giorno, finché non riesci a buttare fuori l’idea che avevi.

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Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura?

Non me la sento di dare consigli, perché neanch’io sto ancora capendo come muovermi, consiglierei solo di finire ogni progetto, senza abbandonarlo a metà perché non ti piace più o perché viene diverso da come lo immaginavi, finire le cose ti permette di imparare dai tuoi errori, e la volta dopo, fare qualcosa di migliore, sapendo già dove non perdere tempo, e come migliorare.

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1 Comment
  1. Brava Letizia, ti nascondi sempre sotto il tavolo poi invece quando tiri fuori le emozioni che hai dentro riesci ad essere chiara e comunicativa.
    In fondo anche solo vedendo i disegni che fai non ci sono dubbi sul fatto che solo avendo un tesoro di emozioni dentro si può arrivare a risultati così pieni di poesia e vitalità. Baci, Luigi.

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