Come vi dicevamo nell’articolo precedente iniziamo il nostro viaggio con il primo diritto naturale dei bambini:
IL DIRITTO ALL’OZIO.
Vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti.
Viviamo tutti in un periodo storico in cui tutto è organizzato, scandito che sfreccia ad altissima velocità!
I bambini spesso si ritrovano la settimana pianificata dove non c’è spazio per l’imprevisto, non c’è la possibilità di autogestirsi, di giocare da soli e … perchè no, anche di riposarsi o di fantasticare.
Facciamo un esempio:
Giulia sta giocando con il pongo, è intenta a finire un fiore colorato che vorrebbe mettere in bella mostra sulla sua mensola, ma la mamma ha fretta, c’è il corso di danza e non si può ritardare.
Giulia è talmente intenta e concentrata che non si rende conto della voce della mamma che la sta chiamando; per lei in questo momento esiste solo il suo fiore…
Dopo poco la mamma fa capolino nella stanza spazientita e cerca di prepararla per uscire … la bambina a questo punto per la rabbia di non poter terminare il suo prezioso lavoro, prende il suo fiore e lo distrugge piangendo.
La mamma prova a consolarla, anche se in quel momento le sfugge il perché di tale ostinazione e del brutale gesto.
In questi casi i genitori devono essere come degli equilibristi; in una costante lotta contro il tempo e contro gli impegni presi, ma purtroppo tutta questa frenesia e “la cultura dei tempi stretti” non sono compatibili con i tempi lenti dei bambini.
Il pensiero creativo nasce dove c’è spazio e dove vi è la possibilità di stare e sostare nel tempo.
Giulia stava creando qualcosa di veramente importante e questo suo momento dedicato alla creazione, come quelli di tutti i bambini, favorisce l’apprendimento, stimola l’attenzione e la fantasia.
Se ci pensate la frenesia, lo stress, la fretta, non aiutano l’espressione del talento e la potenzialità creativa né dei piccoli, né dei grandi!
Dovete sapere che anche quando i bambini sembra che non stiano facendo nulla, in realtà imparano costantemente: rumori, odori, colori e tutte queste informazioni vengono analizzate, immagazzinate e saranno elemento per la comparazione di altre informazioni che avranno in futuro; come ci insegna anche Maria Montessori con il concetto di “mente assorbente del bambino”.
L’ozio aiuta il bambino a diventare autonomo, a non dipendere sempre dagli adulti per organizzare il suo tempo, decidere le attività da fare e le modalità di gioco.
Quindi non preoccupatevi se ogni tanto vi sembrano “persi in un mondo alternativo”, fa parte della crescita.
Riprendiamo volentieri insieme a voi anche il pensiero di questa importante studiosa e filosofa Penny Ritscher:
“Il tempo vuoto dei bambini è stato riempito, ma un tempo riempito non è sinonimo di un tempo vissuto pienamente, anzi. Più il tempo viene imbottito di appuntamenti e più si rischia di viverlo in modo superficiale, di corsa, senza godere le cose in profondità. Senza soffermarvisi, senza ricordare, aspettare, rielaborare, respirare, per poi poter ripartire con freschezza verso l’impegno successivo. Un tempo riempito rischia di lasciarci a mani vuote”.*
Ma ora vogliamo lasciarvi con dei simpatici spunti da provare con i vostri bambini.
In questi esempi la regola dell’ozio viene seguita alla lettera!
Suonare la chitarra in pigiama sul divano.
Leggere per viaggiare in mondi fantastici.
Stare a mollo finchè l’acqua non si raffredda.
Dormire come e dove capita.
Parlando con gli animali di gomma.
Guardare fuori dalla finestra, Costruire muraglie e paesi a bordo della vasca. immaginare storie, ascoltare rumori.
HOP!
Al prossimo salto!
*( Penny Ritscher. Slow school. Pedagogia del quotidiano. Firenze: Giunti,2011)