“La prima neve” è un susseguirsi di tempi diversi, passato e presente si alternano in un racconto dai colori calmi dove un’antica leggenda del folklore iraniano prende vita. Le parole di Elham Asadi si incontrano con la tipicità serena delle rappresentazioni di Sylvie Bello creando un ambiente suggestivo ed irrealistico.
La storia inizia con una nonna e la sua nipotina, dove entrambe si divertono a realizzare un pupazzo di neve mentre, fra una palla e l’altra, viene narrato un racconto dolce di nostalgia, incontri mancanti e sfuggenti dove l’incanto del tempo è un continuo vanire e svanire.
Naneh Sarma vive in cielo oltre le nuvole. Nell’attesa dell’arrivo di Norooz, suo futuro sposo, pulisce casa e si prepara ad accogliere quello che sarà il suo bellissimo amante per il resto dei loro giorni. Anche Norooz, dal canto suo, sogna Naneh e il loro incontro. Quando finalmente arriva è il 21 marzo, sfortunatamente trova la futura sposa immersa in un sonno profondo causato dalla lunga attesa.
“La prima neve” è una storia sul tempo e sul ciclo delle stagioni raccontata con grazia e raccolta in un albo dalle dimensioni grandi per potersi godere al massimo i colori, gli accostamenti, le piccole sovrapposizioni… Una storia che racconta dell’attesa con note nostalgiche di un tempo remoto dove la speranza si fa breccia fra le cupe e tristi sensazioni date da esso.
Si tratta indubbiamente di un formato differente rispetto ai classici libri sull’alternarsi delle stagioni: io l’ho trovato particolarmente coinvolgente, riesce a toccare le corde degli animi più duri.
“C’è una prima volta per tutto. Non tutte le prime volte si ricordano. Io ne ricordo una in particolare: la mia prima neve.”
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ByStefania
Questo articolo è stato realizzato grazie al progetto Leggére storie da leggere – In merito al bando per la promozione della lettura nella prima infanzia: Leggimi 0-6. Promosso dal Centro per il libro e la lettura – Selezione libri a cura de La Vetrina centro di documentazione della Provincia di Brescia