Sono Annalisa. Educatrice prima infanzia. Da dieci anni sono titolare di un centro infanzia che prevede la custodia oraria e tante attività dedicate alle famiglie con figli nella fascia 0-6. L’anno scorso abbiamo attivato un corso per baby pasticceri, dove i piccoli tra i 2 e i 6 anni potevano cimentarsi nella produzione di dolci, assieme ai propri genitori, guidati da una pasticcera professionista volontaria. Ecco com’è andata.
C’è un discorso comune che aleggia nell’aria tra le mamme che hanno accompagnato i figli al laboratorio di baby pasticceri: sì, molto divertente, il mio piccolo si è divertito un sacco, ma MAI A CASA MIA!
E chi fosse passato al Mondo di Alis ieri sera sul tardi, avrebbe capito perché: sedie, tavoli, pavimenti, tutti coperti di zucchero e farina! Ma anche visi, manine e capelli!
C’era anche un altro denominatore comune: il sorriso stampato sulla bocca di tutti.
Perché giocare a far da mangiare è bello, piace e attiva tutti i sensi.
Ha una valenza molto più profonda di quanto si pensi: manipolare gli ingredienti, stimola la percezione, il tatto, la motricità fine. Se ci si ferma, si annusa la farina, si gusta lo zucchero, ci si passa le dita dentro, avvertendo le diverse consistenze…
Poi si uniscono le uova, colorate, un po’ viscide, appiccicose… e il burro, un po’ tiepido, lasciando che le mani si sporchino, divertendosi ad impiastricciarsi… tanto non siamo a casa, non sporchiamo e mamma non sgrida!
Gli occhi osservano la pasta che si forma, che prende vita sotto le nostre mani. Siamo stati noi! Noi con pazienza e abilità, da pochi ingredienti semplici abbiamo creato una sfoglia di pasta frolla!
Come resistere all’assaggio? Anche se l’educatrice ci dice che ci verrà mal di pancia, anche se ci rimane appiccicata al palato… ma è così dolce, morbida, piacevole…
Poi la pasticcera mette in tavola le formine: sfoghiamo la fantasia! Ecco che prendono forma coniglietti, gattini, pecorelle, farfalle… è un compito apparentemente facile, ma che richiede la giusta dose di concentrazione e fermezza, che per noi di 4, 5 e 6 anni… non è scontata! Ma il risultato ci ripaga delle fatiche.
Il forno si accende, il suo rumore copre un po’ il chiacchiericcio delle mamme. E le nostre risate.
Mente la fragranza dei biscotti riempie la stanza e le nostre narici, provocandoci una certa acquolina, proviamo un altro esperimento: le crostate.
La pasticcera ci regala la marmellata: coloratissima, di consistenza diversa rispetto alla pasta frolla, un po’ freddina perché era in frigorifero…
La inseriamo nelle speciali “sacche del pasticcere” e farciamo le nostre crostate. Che divertimento! Ne mettiamo fino a che straripano, con un ditino raccogliamo quella che è scivolata sul tavolo e ce la portiamo alla bocca!
Dopo aver infornato anche le crostatine, arrivano la pasta da zucchero e la fecola. Altre consistenze, altri colori e altri sapori. La pasta da zucchero è uno spasso: la stiriamo col mattarello e ci divertiamo con le formine. Serviranno a farcire le nostre crostate.
Un pomeriggio goloso. Ma anche un moneto per condividere assieme la gioia di prepararsi il pasto della merenda. Scoprire che lavoro c’è dietro ai dolci che tanto amiamo.
A volte, divertirsi in cucina con i propri piccoli, anche se sporcano un po’, è un modo per conoscere il cibo sotto una veste più giocosa. Chi è un po’ inappetente o insofferente verso alcune pietanze, può avvicinarsi ad esse in maniera diversa, se le ha cucinate lui!
E ricordiamoci che mangiare ha sempre un aspetto emotivo, legato al mondo degli affetti. Per questo cucinare con mamma, papà o nonna, può essere un momento prezioso di condivisione, di divertimento e magari può aiutare a superare alcuni piccoli blocchi legati al cibo e all’alimentazione.