Come nel migliore dei finali, sfumiamo così: concludiamo il nostro viaggio attraverso i Diritti naturali dei bambini e delle bambine parlando di possibilità, di strade che si aprono, di colori che si mischiano senza definirsi bruscamente.
Parliamo del decimo ed ultimo Diritto che è:
IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare nella notte la luna e le stelle.
Avete presente i pennarelli?
Quelli nel pacchetto da dodici che compriamo ai bambini ogni settembre per andare a scuola?
Sono grossi, accesi, anche molto belli a vedersi, brillanti.
Servono, è chiaro, perchè i piccoli possano lasciare segni visibili di sé, perchè possano godere della sensazione incisiva di creare qualcosa di coinvolgente sotto l’aspetto emotivo, motorio, sensoriale.
Eppure quanti colori mancano in quel pacchetto da dodici?
Troppi per dire il tanto che i colori sanno dire quando non squillano troppo sul foglio, quando non sono solo rosso, verde, blu e giallo ma anche lilla, ocra, fumo, magenta.
Siamo abituati forse eccessivamente alle cose ben definite e a definire.
Anche i bambini, spesso, ci viene facile chiamarli con nomi che ci sembrano lampantemente descrittivi: iperattivo, oppositivo, aggressivo, bravo, bravissimo, buono, difficile, problematico, strano, autistico.
E intanto ci perdiamo le sfumature...
Ci perdiamo la complessità delle piccole persone che abbiamo davanti.
Sono generalizzazioni, semplificazioni spesso utili, necessarie per far fronte al difficile compito del comprendere, dell’andare nel profondo, del non fermarsi alle apparenze, al primo sguardo, ai colori tanto accesi da disturbare gli occhi.
Ma i bambini, e anche i grandi, sono fatti di sfumature.
Siamo tutti fatti di acqua per circa il 60%, il resto, per come la vedo io, sono colori; che si mischiano come nelle tavolette con i cerchi variopinti degli acquerelli.
E’ difficile avere a che fare con le parti degli altri che non sono né bianche né nere, perchè sono sfuggenti, perchè non sono immediate, eppure, proprio per questo, sono le più singolari e speciali.
Pensate a un aggettivo per definirvi, uno solo.
Sicuramente mancherà di qualcosa, sicuramente non vi renderà giustizia, non dirà a sufficienza della vostra bellezza.
Lavoriamo tanto sulle differenze coi bambini, ma solo quando, anche quelle, sono tanto lampanti da diventare quasi “scomode” e quindi ci obbligano a prenderle in considerazione.
A distinguerci non è solo il colore della pelle, o la lingua che parliamo, il nostro corpo più o meno coordinato, il nostro grado di sviluppo cognitivo.
Eppure perchè non impariamo a sentirci definiti dalle cose di noi che sono più singolari e nascoste più che da quelle facilmente afferrabili da tutti?
Notiamo, nei bambini, ciò che di loro appare più strano ma che è solo loro.
Restituiamoglielo “digerito” con dolcezza quando loro non ne sono in grado.
Educhiamo i loro sguardi alle mille sfumature agrodolci delle persone.
Scopriamo insieme che, talvolta, è tanto più semplice avere meno colori per disegnare ma che è in quello spazio meno noto che collega i colori gli uni agli altri, che si nascondono le infinite possibilità del conoscersi davvero.
Conoscersi anche senza necessariamente capirsi.
Accogliere con gli occhi non accecati dai colori netti ma coccolati da altri più leggeri e inconsueti.
Speriamo di ritrovarvi a settembre con noi, per percorrere nuove strade insieme, per giocare in acque nuove, quelle che, colpite dal sole, ci regalano ogni giorno il miracolo dei tramonti.
“Fidati delle cose chiare
Non delle cose ovvie
Di quelle luminose
Non di quelle illuminate
Di chi capisce poco
E non ha visto tutto
Scoprire è meglio che capire
Capire è meglio che spiegare
Fidati di chi non si vergogna di cantare come gli viene
E non delle canzoni
Di chi ha messo la testa a posto
Ma non ricorda dove
Di chi balla per la strada
Soprattutto quando piove.”
(Lo stato Sociale – Quasi Liberi)
HOP!
Al prossimo salto!
QUANTO C’E’ DA LAVORARE!….QUANTO C’E’ DA “VEDERE”, DA “ASCOLTARE”. QUANTI COLORI ANCORA DA SCOPRIRE…..
GRAZIE HOPPIPOLLA!