Da Maestra Montessori 0-3 molto spesso mi viene rimproverato il fatto che il metodo Montessori sia un approccio distante dal bambino, quasi asettico dove il bimb* viene trattato come un “piccolo adulto”. Questo accade perché spesso Maria Montessori viene citata o ricordata per i suoi materiali scientifici, per il silenzio, per l’ordine etc., ma lei molto spesso pone l’attenzione dei suoi studi anche sui bisogni spirituali dei bambini. Questo pensiero era molto d’avanguardia!
Infatti viene insegnato alle maestre ad essere attente osservatrici e di avere un approccio sempre rispettoso nei confronti del bambino, dove il consenso è la base per una sana relazione.
Ma ora addentriamoci un attimo! Libri e scritti alla mano eee… HOP!
Premessa storica doverosa
Maria Montessori vive e costruisce il suo metodo in un momento storico dove i bambini crescono ai margini del contesto sociale; dove Il neonato passa le sue giornate in culle voluminose con balie, questo crea una barriera invisibile tra lui ed il mondo.
Il contesto socio-culturale dei bambini dei primi del’900 è sicuramente un contesto di basso contatto e di mancata conoscenza della sfera emotiva soprattutto fino ai 2-3anni del bambin*.
Maria Montessori, con la sua formazione medica, considera la scienza una preziosa alleata, che abbina in modo sapiente alle molte culture differenti che incontra nei suoi frequenti viaggi. Questo le consente di avere un approccio con una veduta più ampia, portando in Italia parte dei saperi appresi all’estero e notando aspetti che accomunano i bambini di tutto il mondo.
Allattamento?!
Nel libro ‘L’autoeducazione’, Maria Montessori affronta con audacia un tema ancora oggi controverso: l’allattamento. La Dottoressa non esita a criticare vigorosamente la pratica di affidare a una balia la cura del neonato. Con fermezza, sostiene che ogni bambino merita di essere nutrito al seno dalla propria madre e manifesta profonda preoccupazione per il baliatico, poiché significa privare un altro neonato di questo diritto fondamentale. La grande missione di Maria Montessori risiede nell’arduo compito di diffondere un’educazione straordinaria: l’educazione alla pace.
Babywearing come contatto positivo con il mondo sociale
Nel libro “La mente del bambino”, la dottoressa Montessori racconta e dedica numerose pagine anche alla pratica del babywearing.
In questo Maria Montessori è avanguardista e attraverso la sua osservazione coglie l’importanza delle pratiche dell’alto contatto molti anni prima che sia dimostrata la loro vitale importanza anche dalla scienza.
Descrive con grande interesse medico, con l’occhio della donna del suo tempo ma anche con le capacità osservative della scienziata quale è.
Maria Montessori intuisce e vede nel babywearing una pratica molto utile alla crescita e allo sviluppo neuronale del bambino perché il bambino viene immerso nella socialità del linguaggio.
Vedere e sentire altri umani parlare e comunicare tra loro, stimola la creazione delle sinapsi necessarie allo sviluppo di competenze solide, questo è stato dimostrato e avvalorato dai molti studi sulle neuroscienze.
Lei scrive: “si osserva pure, che il piccolo portato con sé dalla madre, non piange mai a meno che non sia ammalato o ferito, s’addormenta qualche volta, ma non conosce il pianto.”
Per Maria Montessori, il “problema del pianto che affligge il bambino occidentale” ed è causato dalla privazione di stimoli, di contatto e di mancata risposta ai bisogni dei bambini cosa che il babywearing contribuisce a fare.
Maria Montessori, donna di scienza e di pace, ha messo l’accento su temi molto dibattuti anche oggi e che spesso vengono liquidati come “capricci” o “vizzi” dandoci un nuovo sguardo per interpretarli.
“Il bambino è una sorgente d’amore; quando lo si tocca, si tocca l’amore.”
La Mente del Bambino – Maria Montessori
Ritorneremo sugli aspetti del Metodo Montessori, quelli più “chiacchierati”
HOP!
Al prossimo salto!