Occhi di Bimbo

Consigli utili per papà

Consigli utili per papà - 2024

I nuovi papà – Consigli utili per papà!

La figura del papà ha avuto una grande evoluzione nel tempo sotto molti aspetti.

Grazie a nuove e importanti consapevolezze, oggi, soprattutto nel mondo occidentale, la figura paterna ha acquisito un’importanza determinante nella vita dei figli tanto quanto quella della mamma.

Oggi, infatti, è molto facile trovare famiglie in cui i padri sono coinvolti e presenti nella gestione, nell’educazione e nella crescita dei figli di quanto lo fossero in passato.

Se fino a qualche tempo fa vi era infatti una distinzione di ruoli ben precisa nell’ambito della famiglia (al padre era destinato il ruolo autoritario, mentre alla mamma spettava il ruolo affettivo), oggi siamo di fronte a una situazione ben diversa, dove vediamo entrambe le figure genitoriali partecipare in modo condiviso alla cura dei figli.

Se è vero che le mamme continuano generalmente ad essere le figure che nella famiglia più si dedicano all’accudimento dei bambini, oggi il papà è molto più vicino alla vita quotidiana dei figli, sia in modo pratico sia rispetto all’aspetto affettivo, in passato tradizionalmente gestito totalmente dalle madri.

Una genitorialità che oggi, per volontà e desiderio sia delle mamme sia dei papà (e non soltanto perché le donne oggi hanno spesso un ruolo determinante nel sostentamento economico della famiglia, una volta invece totalmente in mano all’uomo), tende a dare maggiore importanza alla partecipazione e alla condivisione, a rapporti più sinceri e basati sull’affettività più che sull’autorità, nell’interesse della crescita serena dei propri bambini.

Un’evoluzione (alcuni uomini parlano addirittura di vera e propria “rivoluzione”) del ruolo paterno che si è allontanato dallo stereotipo del padre autoritario, sempre assente, che non gioca con i figli, che non si occupa della loro educazione, presente soltanto per punire e dettar legge, ma che non vuol neanche vedere i papà sostituirsi alle mamme (i cosiddetti “mammi” a cui ci si riferiva qualche tempo fa), bensì un ruolo attivo, consapevole nella crescita dei figli, che rispetti quella naturale e importantissima funzione paterna (autorevole, anziché autoritaria) di avvicinare i figli all’esterno, di accompagnarli a distaccarsi dall’accudimento materno, guidarli all’autonomia e diventare grandi, ma con il desiderio di un coinvolgimento e una partecipazione emotiva ed affettiva diversa dal passato.

 

Diventare ed essere papà

Il rapporto di una mamma con il proprio piccolo nasce quando ancora lo tiene in grembo. È infatti innegabile che il legame che si crei tra una mamma e il suo bambino sia un legame speciale, che inizia a sussistere ancor prima della nascita.

Per un papà generalmente è diverso: infatti è più comune che per un uomo il passaggio verso la paternità comporti tempi diversi che per la donna e che egli arrivi a “sentirsi padre” man mano, maturando nel tempo il suo ruolo.

Se in passato questo rapporto speciale con il nascituro era riservato soltanto alla donna, oggi vediamo un maggior coinvolgimento anche dei papà nell’arduo compito di diventare genitori.

Una partecipazione che vede i futuri papà presenti durante tutta la gravidanza e spesso anche in sala parto, e quindi con un ruolo di maggiore condivisione con la propria compagna di ogni passo verso la prossima genitorialità di entrambi.

Un modo di vivere l’avvento della paternità in modo quindi molto più coinvolgente dal punto di vista emotivo e che può accompagnare entrambi i genitori ad affrontare con più serenità i tanti inevitabili cambiamenti che la nascita di un bambino comporta, non ultimi quelli della vita di coppia.

Non a caso, tra l’altro, oggi si è sentita l’esigenza di estendere il congedo papà riconosciuto ai padri lavoratori dipendenti in occasione della nascita del figlio, oltre al diritto del congedo parentale che spetta ad entrambi i genitori nei primi anni di vita del bambino.

Oggi i papà sanno maggiormente apprezzare il coinvolgimento dei momenti dell’accudimento dei propri piccoli, del tempo di qualità da trascorrere con i propri figli, giocando con loro e dedicandosi anche alla loro educazione, anche se talvolta per vivere con serenità e appagamento questo loro “nuovo” ruolo (o, per meglio dire, l’evoluzione del loro ruolo) hanno bisogno di qualche suggerimento.

In questo senso, molto interessante l’iniziativa curata da Maurizio Monaco con il blog Consigli per papà, una vera e propria fonte di consigli per i papà che affronta molteplici aspetti dell’essere padre e del vivere la propria quotidianità con i propri figli. Tra le sezioni dedicate:

Fare i compiti insieme, affrontare l’inesauribile curiosità dei bambini, l’importanza di ritagliarsi tempo extra da dedicar loro, gli innumerevoli benefici che ha il giocare insieme ai propri figli… Pagine davvero utili per i papà che, benché spesso nelle condizioni di dover trascorrere molto tempo fuori casa per lavoro, sono consapevoli dell’importanza che ha il tempo che riescono a dedicare ai propri figli e – sempre consapevolmente – accantonano appena possono smarthphone, tv, tablet e computer per giocare, disegnare, leggere, inventare storie e giochi alternativi, divertirsi con i propri figli.

Tempo prezioso, sia per bambini sia per noi. Momenti che rendono un papà un punto di riferimento davvero importante e che (gli studi più recenti ce ne danno prova) permettono ai nostri piccoli di sentirsi più sicuri e di sviluppare quelle capacità per affrontare con più serenità anche il difficile e problematico periodo dell’adolescenza e, successivamente, l’età adulta.

Un papà presente, attento ai bisogni dei propri figli e felice di trascorrere momenti di qualità con loro sarà infatti determinante per il loro sviluppo. E il buon rapporto che potrà crearsi fra padre e figlio, basato sulla fiducia e la sincerità, potrà gettare i presupposti per una crescita più serena e positiva.

 

Papà, mi leggi una storia?


Proporre la lettura ai bambini significa stimolare la loro fantasia…

Una delle attività più piacevoli, interessanti, coinvolgenti ed educative che un papà può proporre ad un figlio è la lettura.

Leggere ad alta voce libri per bambini ai propri figli, infatti, rappresenta un momento davvero speciale sia per i piccoli che per noi genitori, ottima alternativa alla televisione e ai videogiochi.

La lettura, oltre che avere un valore altamente formativo ed educativo, crea intimità, condivisione, vicinanza, emozioni. E non soltanto per i piccoli, ma anche per gli adulti.

Ad esempio – perché no? – perché non scegliere di leggere insieme ai nostri figli uno dei tanti libri dedicati ai papà curati dai migliori autori e illustratori attuali per l’infanzia per rafforzare ancora di più il nostro rapporto con loro?

Molte le case editrici che propongono storie illustrate che hanno come protagonisti papà e figli, quali Babalibri, Il Leone Verde, La Margherita, Topipittori, Arka…

Proporre la lettura ai bambini significa stimolare la loro fantasia, aiutarli ad apprendere nuove cose, incoraggiare la loro immaginazione, stimolare la loro curiosità, guidarli verso uno sviluppo cognitivo, linguistico, emotivo, affettivo e relazionale.

Scegliere un momento particolare della giornata da dedicare alla lettura (la sera prima di andare a dormire, ad esempio, quando tutti siamo più sereni e lontani dalle incombenze quotidiane) potrebbe diventare un appuntamento di grande valore per un papà e il proprio bambino, un “rituale” ricco di emozioni e affetto, utile anche quando si debbano affrontare argomenti “spinosi” o delicati con i più piccoli così come quelli indicati nelle pagine di consigli-per-papa.it.

Se è vero che partecipare in modo attivo alla vita scolastica dei propri figli, aiutandoli ad esempio nei compiti da svolgere a casa, è sicuramente un modo per creare vicinanza e condivisione, accantonare le quotidiane incombenze a cui sono tenuti i bambini e dedicarsi assieme a loro a letture extra-scolastiche (che magari potremmo scegliere insieme a loro, ritagliandoci ad esempio del tempo per andare insieme in libreria o in biblioteca per fare una bella scorta di buoni libri per bambini), rappresenta un modo di creare uno spazio sereno e rilassato di grande valore, che apporta molti benefici sia per i piccoli che per i grandi.

Interessanti in questo senso i dati di una recente ricerca condotta presso il dipartimento di Scienze Umane per la Formazione dell’Università di Milano-Bicocca che indaga sull’esperienza di padri che leggono ad alta voce alle proprie figlie e ai propri figli dai tre ai sei anni, riportata da Maria Elena Scotti nel v. 13 n. 29 (2017) della rivista “La lettura a tutte le età e in tutti i contesti” con il titolo “Leggere ai figli e crescere come padri: uno studio qualitativo sugli effetti della lettura per i padri che leggono ad alta voce”, i cui risultati, come indica l’autrice, “mostrano la consapevolezza dei padri di aver appreso nuove competenze e nuove conoscenze che contribuiscono alla costruzione di un sapere legato a una rinnovata relazione paterna”.

Da non cadere nell’errore di smettere di leggere ad alta voce ai propri figli quando cominciano ad essere grandicelli: infatti purtroppo i dati ci dicono che molti papà e mamme smettono di leggere libri ai propri figli con il crescere della loro età, soprattutto nel momento in cui i bambini hanno imparato ad essere autonomi nella lettura.

In realtà, continuare a legger loro ad alta voce anche quando sono più grandi, significa continuare a trasmetter loro l’amore per la lettura, conoscere nuovi autori e nuovi generi, ampliare ancora di più il loro vocabolario e favorirli sempre più nell’apprendimento.

Ricordati di visitare il blog di Maurizio Monaco consigli per papà 🙂

 

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