Ciao! Sono Marco Guadalupi, sono nato nel 1985 ma ci credono in pochi. Potrei avere diciassette anni, o ventidue. Adoro l’inverno, la musica e i videogiochi. Amo le patatine e ho un’ossessione per i pennelli digitali.
Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?
Relativamente di recente. Sono sempre stato appassionato di disegno, arte e animazione, ma ho cominciato a “fare sul serio” da poco più di un anno. Ho fatto diversi lavori in vita mia, poi a un certo punto mi sono orientato sull’illustrazione…
Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?
Ho iniziato dagli strumenti tradizionali. Matite, inchiostri… per poi finire al digitale e creare tutto al computer. Creo un sacco di pennelli, lavorando sulle texture, la pressione della penna e diverse altre combinazioni. Ed è proprio mescolando e sperimentando che sono arrivati i risultati. Non mi sento di avere uno stile, anche se gli altri dicono il contrario. Mi piace adattare i disegni e i colori a seconda della situazione.
Cosa pensi del tuo futuro da illustratore?
Voglio continuare così, migliorando e sperimentando.
Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari?
Dipende da cosa intendi per “particolari”. Le collaborazioni arrivano più o meno ogni giorno. Bisogna stare attenti a scegliere quella giusta, per questo c’è bisogno di correre qualche rischio e fare esperienza. Di collaborazioni veramente particolari finora credo nessuna; ho realizzato lavori per riviste, pagine internet e applicazioni per bambini.
Perché illustrazione per bambini?
Perché sono i lettori migliori e le illustrazioni li aiutano a crescere. L’arte visiva è una cosa molto potente e nei bambini ha sempre un certo impatto.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?
Ci sono diversi illustratori che seguo e che adoro. Molti li ho scoperti tramite i social, su Instagram e Tumblr. Ultimamente seguo con attenzione Rebecca Green e Júlia Sardà.
Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?
Come sopra, le immagini hanno un certo impatto sui più piccoli, più delle parole, almeno fino a una certa età. Secondo me un buon libro illustrato può aiutare in fase di crescita, a scoprire qualunque cosa, attraverso disegni e colori – un mezzo, l’illustrazione, che oltre a essere potente è anche molto immediato! Per questo lo amo.
Descrivici il tuo stile.
Sempre come dicevo sopra, non credo di averne uno. È più un volersi adattare e scoprire cose nuove. Non cerco di fossilizzarmi su uno stile. Mi piace troppo sperimentare e trovare uno stile sarebbe proprio un modo per soffocare la sperimentazione.
La giusta ricetta per una illustrazione efficace.
Studiarla per bene a tavolino. Decidere fin dai primi schizzi la composizione – una composizione efficace ed equilibrata. Una buona scelta dei colori inoltre aiuta molto a rendere tutto molto più accattivante.
In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?
Alcune persone hanno creduto in me. Poche, se devo essere sincero, ma ci sono state. Tuttavia, credo che il supporto migliore arrivi dal sottoscritto. Ho continuato anche quando pensavo di non farcela e non raggiungevo nessun risultato, perché nonostante i momenti difficili in fondo ci credevo e continuo a fare così. In generale, comunque, meglio non contare troppo sull’aiuto altrui per non rimanere delusi.
Se fossi libero da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?
Storie classiche e senza tempo, come Peter Pan.
Il consiglio più utile che hai ricevuto.
Vivi e prova emozioni.
Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura?
Mettercela sempre tutta. Magari le cose non andranno come previsto, perché la vita è imprevedibile e non possiamo decidere sempre tutto noi, ma crederci davvero, fino in fondo, fino alla fine. Metterci passione e amore, perché è quello che fa la differenza, più della tecnica e delle conoscenze.