Occhi di Bimbo

A tu per tu con Eva Naccari

Ciao! Mi chiamo Eva Naccari, ho 25 anni e vivo ad Agrigento.

Qui ho frequentato il Liceo Scientifico, ma tra un’esercizio di matematica e una traduzione di latino, il disegno è sempre stato la mia più grande passione. Così, finito il liceo, ho deciso di darle spazio iscrivendomi al corso di decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e poi in quello di illustrazione a Macerata. Amo visitare mostre, le passeggiate in bicicletta o in compagnia della macchina fotografica, i film di Woody Allen e le coppette gelato al gusto cioccolato e limone.

A tu per tu con Eva Naccari - 2024
Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?

Credo che la scintilla sia scattata nel 2011, quando ho avuto modo di immergermi nell’ambiente lavorativo di uno studio che si occupava di grafica e illustrazione. É stato un periodo molto stimolante, di scoperta, e che mi ha indirizzata verso questo settore.

Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?

Amo lavorare sia in digitale, realizzando prevalentemente illustrazioni in vettoriale, che con tecniche più tradizionali. Ultimamente utilizzo molto gli acrilici, di cui mi piace soprattutto la brillantezza. Dietro ogni lavoro, però, si nascondono sempre tanti fogli di carta, gomme e vecchie matite.

Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice?

È una bella domanda, ma non so se ne ho la risposta! Sono ancora agli inizi e questo è un lavoro pieno di sfide – il che, in fondo, è l’aspetto più bello! Da parte mia spero di poter imparare ancora tanto e migliorare.

Perché illustrazione per bambini?

Perché sa di cioccolata calda, coccodrilli gommosi e zucchero filato!

Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?

Nel mondo dell’illustrazione ci sono sicuramente Maurice Sendak, Roger Olmos, Pablo Auladell, Maurizio Quarello, Alessandro Gottardo e tanti altri. Inoltre l’ispirazione può arrivare anche dal mondo del cinema, del fumetto o della fotografia. Il mio artista preferito è Edward Hopper e forse, in generale, ad affascinarmi di più sono proprio quei lavori in cui trovo un pizzico di malinconia.

Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?

Sono sempre molto d’accordo con chi dice che in realtà non esistono libri per bambini, ma solo libri belli o brutti. Per cui un buon libro illustrato può essere, tra le tante cose, un punto di incontro tra grandi e piccoli.

Descrivici il tuo stile.

A volte la parola “stile” è come un mostro gigante che spaventa tutti gli illustratori. Con il tempo sto provando a non dargli tanto peso e semplicemente disegnare. Al momento, ciò che cerco con più attenzione è la pulizia e l’armonia dei colori. Per il
resto potremmo dire che è come quando devi scegliere un vestito: difficilmente uno può andar bene per tutte le occasioni. Così ogni volta, pur restando te stesso, devi un po’ aggiustare il tiro.

In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?

Sicuramente la mia famiglia e gli amici. Ma ho avuto anche degli ottimi insegnanti che mi hanno aiutata a crescere e dato dei consigli preziosissimi.

Se fossi libera da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?

Una storia legata alla mia isola, ricca di fascino e colori.

Il consiglio più utile che hai ricevuto.

Quello di non accontentarsi mai del primo risultato. A volte sei fortunato e il disegno iniziale è già quello giusto, ma altre (la maggior parte!) devi faticare di più per andare davvero a segno. Se il risultato che vorresti non arriva è meglio prendersi una pausa, fare due passi o ascoltare un po’ di musica, per poi tornare a lavoro con uno sguardo più fresco.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura?

Non so se posso dare dei consigli, ne sono sempre a caccia! Ma forse uno è quello di studiare il lavoro dei più grandi e cercare di imparare da loro il più possibile.

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