Ciao, sono Hikimi.
Sono un illustratore con la testa tra le nuvole e i piedi appoggiati a Torino, dove vivo e lavoro.
Negli anni non ho mai smesso di dare ascolto alla voce del mio bambino interiore e questo forse mi ha permesso di crescere con più leggerezza.
Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?
Ho capito che l’illustrazione sarebbe diventata la mia professione a tempo pieno quando non mi è più bastato il tempo passato a disegnare di notte oltre al lavoro come art director in uno studio di grafica e comunicazione.
La voglia di creare, sperimentare ed esprimermi nel modo a me più congeniale mi hanno letteralmente spinto a lanciarmi in questa nuova avventura.
Meno occhiaie, più sorrisi e sogni avverati.
Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?
Di solito alterno matita e penna grafica per poi finalizzare le immagini con Illustrator e Photoshop.
Nella fase di ideazione ricorro molto spesso alla tecnica del collage, concentrandomi su forme, pattern e colori, per trovare la giusta armonia nella composizione.
Cosa pensi del tuo futuro da illustratore?
Nell’ultimo anno ho imparato a non fare troppi piani perché tutto può cambiare da un momento all’altro e le svolte aiutano a cambiare prospettive.
Di sicuro mi piacerebbe continuare a sviluppare progetti legati alle “diversità”, sia per bambini che per adulti.
Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari?
Per fortuna molte e rappresentano la parte più bella di questo lavoro che ci chiude troppo spesso in noi stessi.
Perché illustrazione per bambini?
Non credo ci sia un perché. In realtà è stato del tutto naturale preferire questo tipo di approccio all’illustrazione…
É spesso più libero da vincoli e decisamente molto più vicino al mio modo di esprimermi.
Per questo motivo anche nei miei lavori più “adulti” difficilmente cambio approccio.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?
La maggior parte delle influenze sono arrivate al di fuori del mondo dell’illustrazione.
Grafica, design, cinema, arte, fotografia sono le discipline che più hanno alimentato il mio bagaglio visivo negli anni.
Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?
Un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia nella misura in cui ne accresce la fantasia e lo stupore verso il mondo.
Descrivici il tuo stile.
Leggero, delicato e gioioso.
La giusta ricetta per una illustrazione efficace.
Credo stia tutto nell’equilibrio tra sintesi, composizione e “non detto”.
In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?
In prima persona me stesso. Sembrerà banale ma conosco troppe persone che sono le peggiori nemiche di se stesse e finiscono per mollare.
Ovviamente poi la mia famiglia e gli amici, il cui sostegno è stato ed è fondamentale per andare avanti.
Se fossi libero da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?
Mi è capitato recentemente di affrontare il tema dell’educazione sessuale e mi piacerebbe illustrarla nuovamente, questa volta per bambini, con un’attenzione particolare alla sfera emotiva.
Il consiglio più utile che hai ricevuto.
Continua a disegnare. Disegna sempre di più e mostra il tuo lavoro a quante più persone tu possa raggiungere.
Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura?
Prendete ogni critica costruttiva e fatene tesoro. Vi aiuterà a migliorare davvero il vostro lavoro.
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