Occhi di Bimbo

Elisa Rocchi: non mi separo mai dalla “piccola me”

Elisa Rocchi: non mi separo mai dalla “piccola me” - 2024

Mi chiamo Elisa, ho 27 anni e sono un’illustratrice di libri per bambini.
Sono cresciuta nella provincia di Bologna ma ora vivo a Milano, in un piccolo appartamento pieno zeppo di libri, fotografie e illustrazioni.

Adoro passare i momenti liberi nelle librerie, soprattutto quelle specializzate nel settore bambini e ragazzi, ed ogni volta che visito una città non perdo occasione per scoprirne qualcuna di nuova.
Chissà che un giorno non riesca ad aprirne una tutta mia?

Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?

Credo sia sempre stato il mio mondo.
Disegno da quando ne ho memoria e fin da piccola passavo ore a inventare storie e a raccontarle attraverso i disegni. Rimanevo incantata dalle illustrazioni dei libri che leggevo o sfogliavo e volevo anche io creare i miei piccoli albi illustrati.
Poi da più grande, una volta concluso il liceo artistico, ho deciso di iscrivermi al corso di “Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e da lì ho incominciato sempre di più a scoprirne la parte professionale di questo mondo.

Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?

Parto sempre dal disegno a matita, per poi passare alla colorazione in digitale.
Ma gli step intermedi dipendono dal tipo di progetto: certe volte utilizzo l’inchiostro per definire meglio i tratti mentre altre volte inserisco giochi di chiaroscuro attraverso matite di vario genere.

Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice?

Domanda difficilissima! Non so rispondere in realtà. Sicuramente spero di non smettere mai di illustrare libri per bambini… nemmeno a 99 anni!

Perché illustrazione per bambini?

Perché è il mio mondo, è dove riesco ad esprimermi al meglio dando piena libertà alle emozioni. Non mi separo mai dalla “piccola me” che disegnava nella sua cameretta e questo mi aiuta molto ad immedesimarmi nelle varie storie che di volta in volta mi capita di illustrare.

Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?

Adoro Oliver Jeffers, Olivier Tallec e Quentin Blake.
Anche se il mio modo di disegnare non mi accomuna con nessuno di loro, li trovo dei veri e propri punti di riferimento. Soprattutto per come riescono a dare vita ai personaggi.

Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia?

Infondendo curiosità. La curiosità di scoprire il mondo, di andare oltre alle prime impressioni, provando emozioni e imparando valori. Quindi scoprendo anche sè stessi, spesso attraverso storie paradossali che però ben interpretano la realtà.

Descrivici il tuo stile.

Quando illustro una storia il mio intento è far sorridere il lettore, attraverso personaggi buffi nei quali potersi però anche riconoscere. Cerco di farlo con pennellate di inchiostro, tratti veloci a matita, colori non sempre precisi nei loro contorni e giocando molto con le espressioni.

La giusta ricetta per una illustrazione efficace.

Non credo ci sia una giusta ricetta…ma penso che, al di là del proprio stile e della tecnica utilizzata, sia molto importante immedesimarsi nel personaggio e immginare di essere lì a vivere il momento che si sta per illustrare. Anche mimando espressioni e movimenti, se serve (io lo faccio spesso). Così da riuscire, o almeno provarci, a rendere viva la scena e a trasmettere emozioni.

In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?

In primis i miei genitori. Hanno sempre valorizzato i miei disegni, fin da quando ero piccola, e mi hanno sempre incentivata a non mollare e a frequentare scuole e corsi legati a questo mondo.
Poi qualche anno più tardi è arrivato il mio fidanzato. Ha fin da subito creduto nel mio lavoro, appassionandosi sempre di più a questo fantastico mondo. MI supporta sempre, in ogni mia scelta professionale.

Se fossi libera da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?

I libri di narrativa. Adoro i libri di narrativa, sono i miei preferiti, lo sono sempre stati e ne illustrerei in continuazione!

Il consiglio più utile che hai ricevuto.

Il consiglio più utile che ho ricevuto (e che ricevo tutt’ora) è sicuramente quello di provarci, di buttarsi e se va male… di riprovarci. Mettere da parte quel che non ha funzionato e ricominciare, lavorando il più possibile per migliorarsi.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura?

Non mollare davanti ai “no” e continuare ad aggiornarsi attraverso corsi, workshop, presentazioni, eventi, fiere.
Ma soprattutto: disegnare, disegnare, disegnare.

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