Mi chiamo Riccardo Atzeni, vivo e lavoro a Cagliari, in Sardegna. Il mio lavoro si divide in illustrazione e animazione in 2D.
Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione?
Disegno fin da bambino, l’idea di farne un lavoro è quindi nata abbastanza presto: ho iniziato a fare la gavetta nel settore durante le scuole superiori, e da quel momento sono stato più o meno occupato tutto il tempo con quest’attività.
Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni?
Le illustrazioni che vedete in quest’intervista sono tutte realizzate ad acquerello. Lavoro con questa tecnica da anni ormai, essendo autodidatta sono passato attraverso una serie di errori e passi falsi, ma il tempo e la pratica fortunatamente aiutano!
Oltre all’acquerello, dal 2000 ho introdotto nel mio lavoro il digitale. Ultimamente non realizzo molte illustrazioni digitali, perché preferisco ricorrere a strumenti tradizionali. Il computer è tuttavia uno strumento fondamentale per l’altra attività che costituisce il mio lavoro, cioè l’animazione.
Cosa pensi del tuo futuro da illustratore?
Ogni anno cerco di aggiungere un nuovo tassello alla mia attività, o cerco di esplorare ambienti diversi; lo faccio per evitare la monotonia, molto pericolosa quando si svolge un lavoro creativo, ma anche perché in una realtà lavorativa delicata come quella che stiamo conoscendo in questi anni, credo sia importante imparare continuamente cose nuove e diversificare i campi d’azione. Il disegno permette di spaziare da un mondo all’altro, forse è anche per questo che mi piace.
Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari?
Nella mia isola ho avuto la possibilità di collaborare con registi, musicisti e festival letterari; inoltre sono entrato in contatto con la comunità di giovani imprenditori nel settore tecnologico, con la possibilità di utilizzare le mie immagini e animazioni per raccontare quel mondo. Negli anni ho avuto la possibilità di spaziare in diversi ambiti, confrontandomi di volta in volta con la pubblicità, la musica, gli eventi dal vivo in cui disegno davanti al pubblico e, ultimamente le animazioni per i festival cinematografici.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri?
Negli anni ho avuto diversi modelli che ho ammirato e inevitabilmente sono stati fonte d’ispirazione. Seguo da anni Gipi e Igort, amo i libri illustrati di Simone Rea e Mariachiara Digiorgio. Mi piacciono le composizioni di Alessandro Gottardo, e le illustrazioni di Sergio Toppi, che raccontano storie immense con una sola immagine. Potrei continuare a lungo!
Descrivici il tuo stile.
Il mio stile è semplice nella forma. Cerco di non caricare troppo le singole forme perché lo trovo superfluo. Quello su cui mi piace lavorare è l’idea alla base del lavoro. Spesso ha tematiche pop, spesso ha come obiettivo smitizzare le icone, ricondurle a contesti quotidiani, mostrarne la parte ironica. Cerco di trovare uno stile capace di descrivere sia un universo infantile che uno adulto, così da strutturare un linguaggio universale.
La giusta ricetta per una illustrazione efficace.
E’ semplice da dire, meno da ottenere: un’idea efficace, una composizione solida, i colori giusti. In sintesi idea, forma e colore. Se l’idea è debole, difficilmente sarà salvata da una composizione rigorosa. Se l’idea è efficace, ma realizzata sbadatamente e con dei colori che portano l’osservatore verso altre direzioni, l’intenzione iniziale non viene colta, e il lavoro risulta inutile.
In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai?
Sono stato fortunato: dalla famiglia agli amici ai colleghi, ho sempre trovato persone che ghanno capito quanto fosse importante per me questo percorso, che seguo con determinazione da molti anni. Ci vuole pazienza, perché non da’ frutti nel breve periodo, quindi è bene che chi ti sta vicino abbia altrettanta pazienza 🙂
Se fossi libero da ogni vincolo… Cosa ti piacerebbe illustrare?
Fortunatamente ho spesso la possibilità di muovermi liberamente. Spesso, poi, cerco di realizzare illustrazioni non commissionate, così da poter esplorare il mio mondo visivo e di contenuti. Ma anche nel lavoro commissionato ho loa possibilità di proporre le mie idee e la mia visione, naturalmente in un ambito di collaborazione in cui (soprattutto per l’animazione, che vive del lavoro di più persone), è necessario che il lavoro del singolo sia in armonia con la regia, la sceneggiatura e la musica.
Il consiglio più utile che hai ricevuto.
L’ho sentito dire più volte, e lo ripeto spesso anch’io: in questo settore, la cosa migliore da fare per ottenere dei risultati è non crearsi un’alternativa. L’alternativa sarà sempre più semplice, e sarà facile cadere in tentazione soprattutto nei momenti difficili. Ma è un lavoro che richiede molto tempo e molta dedizione: non è possibile progredire con costanza se lo si affianca ad altre attività “salvagente”. Bisogna stringere i denti e non lasciarsi abbattere: la pratica e la determinazione sono strumenti molto potenti per chi svolge un lavoro creativo.
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